Nelle colline di Leonforte tra il verde dei pescheti stanno apparendo delle macchie bianche, piano piano coprendo tutte le superfici dei pescheti. È un’immagine molto allegra, come se un artista un po’ giocherellone per scherzo stesse macchiando il disegno di bianco.
Siamo a giugno, e siamo arrivati alla parte più affascinante del nostro lavoro – l’insacchettamento. Quello che ha dato il nome alla nostra Pesca nel Sacchetto. Da adesso e fino alla raccolta le pesche cresceranno e matureranno dentro sacchetti di carta pergamena. Questa carta fa passare la luce e l’aria che servono ai frutti per crescere, ma ferma l’acqua e, più importante, gli insetti. La mosca mediterranea, che danneggia tantissimi frutti, viene tenuta lontana dalle nostre pesche e non fa danni.
La pratica dell’insacchettamento parte negli anni ’60, quando i coltivatori leonfortesi trovano un’alternativa al potentissimo ed ormai diffusissimo DDT. In confronto all’utilizzo dei prodotti chimici l’insacchettamento è una pratica molto faticosa. Insacchettiamo la nostra Pesca nel Sacchetto una per una sull’albero. Ma decisamente vale la fatica: così non facciamo danni all’ambiente ed i frutti crescono sani. Crescono anche molto buoni, perché grazie al sacchetto riusciamo a lasciarli sull’albero fino alla completa maturazione, senza dover raccoglierli presto. Così vi offriamo le pesche non solamente più sane ma anche più buone di tante altre. Per questi motivi aderiamo al progetto Presidi Slow Food Sicilia.
Se vuoi puoi provarli anche tu. Te li spediamo a casa noi. Ordinali qui.
Curiosità: ogni insacchettatore mette tra 2000 e 2500 sacchetti al giorno…